Paix à leurs Âmes !

ROMA. È stato il giorno dell'addio, pieno di commozione, ai sei militari morti a Kabul. Avvolte nel tricolore, le bare dei sei parà - il capitano Antonio Fortunato, il sergente maggiore Roberto Valente, i caporal maggiore Massimiliano Randino, Davide Ricchiuto, Giandomenico Pistomani e Matteo Muredda - sono state allineate ai piedi dell'altare della basilica di San Paolo fuori le mura. Ai due lati, stretti in un grande abbraccio, i parenti delle vittime. I funerali solenni sono stati presieduti dall'ordinario militare, monsignor Vincenzo Pelvi. «Nessun militare caduto per il proprio dovere - ha detto monsIgnor Pelvi - é eroe da solo: lo é inscindibilmente con la sua famiglia e la sua patria». Papa Benedetto XVI si è detto «profondamente addolorato per il tragico attentato terroristico a Kabul». Il messaggio del Santo Padre, letto in chiesa, sottolinea: sia Dio a sostenere chi, nel mondo, si impegna per la pace. Grande emozione per il gesto di Martin, 7 anni, figlio del capitano Antonio Fortunato: poco dopo l'inizio della cerimonia è corso alla bara del papà, ha salutato con una carezza la foto e la bandiera italiana, ha guardato il basco amaranto appoggiato sul cuscino rosso. Poi è tornato di corsa tra le braccia della mamma.

attacco nella provincia di Herat:
feriti due militari, non sono gravi.
«Salvati dalla popolazione locale»
Berlusconi: l'impegno non cambia
KABUL
Nuovo agguato oggi ai soldati italiani in Afghanistan, il terzo in una settimana. Questa mattina due parà sono rimasti leggermente feriti in uno scontro a fuoco avvenuto nella regione occidentale dell’Afghanistan. Ma da New York, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha confermato che l’attacco «non cambia assolutamente nulla nella nostra politica in Afghanistan».

«È grazie a quello che l’Italia fa come protagonista nelle crisi internazionali che il nostro Paese conta così tanto», ha detto Berlusconi poco prima di recarsi alla riunione degli «Amici del Pakistan». I soldati italiani sono stati assaliti da un gruppo di insorti nel distretto di Shindad, «mentre stavano effettuando una attività mirata alla distribuzione di aiuti umanitari e di assistenza medica alla popolazione, richiesta dagli stessi anziani dei villaggi dell’area», hanno riferito fonti dell’esercito. I due militari feriti «non sono in pericolo di vita ed in questo momento sono ricoverati presso l’ospedale militare di Herat», hanno aggiunto. Per il ministro della Difesa, Ignazio La Russa «quest’ultimo attentato dimostra che sbagliava chi aveva previsto che dopo le elezioni sarebbero diminuiti gli attentati».

Sempre da New York, dove partecipa all’Assemblea delle Nazioni Unite, il ministro degli Esteri, Franco Frattini ha annunciato che «nel caso di un eventuale ballottaggio alle elezioni afgane, i nostri militari resteranno sino allo svolgimento della seconda tornata elettorale», parlando dei 500 soldati italiani, inviati in Afghanistan come rinforzo al contingente per il periodo delle presidenziali del 20 agosto, il cui risultato (Karzai 46,3%; Abdullah 31,4%) sembra sempre di più condurre il Paese verso il secondo turno. Il titolare della Farnesina ha rilanciato ancora volta la proposta di tenere il prima possibile una conferenza internazionale a Kabul. «Ci sono tuttavia delle preoccupazioni da parte degli altri Paesi sulla sicurezza in vista di una riunione nella capitale afgana», ha spiegato il ministro. «Resto convinto che il segnale da dare sia di fare una conferenza a Kabul, anche nel caso i problemi della sicurezza la facessero slittare».

Non sono morti in un conflitto a fuoco, ma per cause accidentalli durante un’operazione notturna in Afghanistan i tre parà francesi deceduti in Afghanistan. Lo ha detto il presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy. Un portavoce militare ha detto alla francese I-Tele che i tre uomini sono morti quando il loro plotone si è trovato nel mezzo di una violenta tempesta. Un soldato è stato colpito da un fulmine e altri due sono strati trascinati via dalla corrente di un fiume. L’Eliseo non ha fornito dettagli, dicendo soltanto che le morti sono avvenute nella valle di Afghanya. Il portavoce militare ha precisato che i soldati erano sulle tracce di insorti che stavano preparando degli esplosivi. Ad oggi sono 34 i militari francesi morti in Afghanistan


Altri tre militari (due americani) sono invece morti in combattimento nel sud del paese. Lo rende noto oggi la Nato con un comunicato. «Tre soldati della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) sono morti nel sud dell’Afghanista», ha affermato l’Isaf. Il primo incidente si è verificato ieri con la morte di un militare Usa che è deceduto dopo essere rimasto ferito in seguito all’esplosione di una mina artigianale. Un secondo soldato americano è rimasto ucciso, sempre nel sud del Paese, in scontri con insorti. Un altro militare, la cui nazionalità non è stata precisata, è rimasto vittima dell’esplosione di una mina artigianale nel sud.

ATTENTATO A HERAT, 4 VITTIME. SALVO IL MINISTRO Attentato a Herat di fronte a una scuola, 4 morti e venti feriti. Il bersaglio kamikaze era il ministro Ismail Khan hanno confermato i talebani. Ministro rimasto illeso. Era infatti diretto contro il ministro Mohammad Ismail Khan, rimasto però indenne, l’attentato di stamane a Herat, nell’ovest dell’Afghanistan, che ha ucciso tre persone e ne ha ferite altre 16. È quanto ha rivendicato un portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, raggiunto al telefono dalla Reuters. «Il bersaglio era Ismail Khan», ha detto il portavoce da una località segreta. Ministro dell’energia e dell’acqua nel governo di Kabul, Ismail Khan è stato un comandante di spicco nella lotta contro i talebani, un membro chiave dell’alleanza settentrionale le cui forze collaborarono con quelle statunitensi nel rovesciare il regime talebano nel 2001. L’esplosione di stamane a Herat è avvenuta lungo la strada nei pressi di una scuola. La polizia di Kabul ha confermato che Khan, che in quel momento stava passando per recarsi nella capitale, è rimasto illeso, ma che alcuni civili sono stati uccisi.

MILITARI ITALIANI TROVANO ESPLOSIVO Un grosso quantitativo di esplosivo è stato rinvenuto e distrutto dai militari italiani e dalle forze di sicurezza afgane durante un’operazione congiunta condotta la scorsa notte nel distretto di Shindand, dove nei giorni scorsi i parà della Folgore sono stati presi di mira più volte dagli `insorti´. Il deposito, costituito da diverse decine di chili di esplosivo e svariate bombe di mortaio, pronte ad essere impiegate per la fabbricazione di ordigni normalmente impiegati per attentati (Ied), «è stato trovato - spiegano al comando del contingente italiano - grazie alle indicazioni pervenute alle forze di sicurezza afgane, da parte della stessa popolazione locale». «Quello di stanotte - dice il maggiore Marco Amoriello, portavoce del contingente - è solo uno degli episodi che dimostra come la popolazione locale stia prendendo sempre più le distanze dagli insorti, schierandosi a favore delle forze di sicurezza afgane e di Isaf», la missione della Nato, «effettuando una scelta di grande coraggio consapevoli e stanchi del fatto di essere nella maggior parte dei casi, loro stessi vittime delle attività criminali e dei soprusi, degli insorti».